ADENOMI IPOFISARI

Le innovazioni tecnologiche durante gli ultimi 20 anni hanno permesso all’approccio endoscopico endonasale transfenoidale di diventare il trattamento di scelta nel trattamento chirurgico della maggior parte degli adenomi ipofisari.
Il basso rischio di complicanze e l’effettiva efficacia sono la ragione principale per rendere “popolare” tale procedura.
L’inquadramento del paziente utile a rendere sicura ed indicata la chirurgia ipofisaria include la valutazione delle condizioni cliniche generali del paziente (cardiovascolari, respiratorie, renali/epatiche, metaboliche), della funzione endocrina, della funzione visiva e delle caratteristiche anatomo/radiologiche della regione sellare e parasellare.
In particolare i test endocrini ematochimici permettono di classificare gli adenomi ipofisari e la patologia sistemica correlata come iperfunzionanti: adenomi secernenti prolattina (PRL) causanti disturbi del ciclo mestruale, adenomi secernenti ormone della crescita (GH) causanti la Sindrome Acromegalica, adenomi secernenti corticotropina (ACTH) causante la Sindrome di Cushing, adenomi secernenti ormoni follicolo stimolanti (FSH, LH), adenomi secernenti ormone tiroide stimolante (TRH), adenomi secernenti ormone antidiuretico (ADH). Nel caso in cui l’attività ormonale sia normale o diminuita vengono classificati come non funzionanti ed i disturbi clinici in genere sono legati al loro effetto massa (deficit visivi).
Gli adenomi ipofisari vengono, poi, classificati in base alle loro dimensioni in microadenomi (a sviluppo intraghiandolare o intrasellare) o in macroadenomi (a sviluppo sovra/parasellare).
Nel caso degli adenomi giganti la procedura di scelta diventa l’approccio transcranico.


Tecniche utilizzate:

  • Approccio endoscopico transnasale transfenoidale
  • Approccio microchirurgico